mercoledì 23 dicembre 2009

Hotel Belmar Cattolica : Primo Giorno D'Inverno.

Auguri a Tutti di Buon Natale e Felice 2010 dalla famiglia Simoncelli !!!!

mercoledì 26 agosto 2009

Programma Eventi Fine Agosto 2009 a Cattolica

"Rustida , puracie e bdoc agratis..... "
venerdì 28 agosto dalle ore 20,00 al porto di Cattolica in occasione della Festa della regina del Mare del 29 agosto.




Tradizionale Festa della Madonna “Stella Maris”

Come ogni anno, l'ultimo sabato di agosto si svolge a Cattolica la tradizionale Festa della Madonna “Stella Maris” protettrice dei pescatori e dei marinai.
L'immagine della Madonna del Mare, custodita durante l'anno a Montalbano, frazione del vicino comune di San Giovanni in Marignano, verrà portata a Cattolica, nella chiesa parrocchiale di S. Pio V, la sera di venerdì 28 agosto, accolta dai fedeli con una funzione celebrata alle 18.00 da Mons. Mariano De Nicolò, vescovo emerito di Rimini.
Il giorno dopo, sabato 29 agosto, la statua della “Stella Maris” sarà accompagnata, con partenza dalla chiesa parrocchiale di S. Pio V, da una fiaccolata fino al porto dove, alle 20.30, partirà con una processione di barche che si spingeranno in mare per la benedizione ed il lancio di una corona in omaggio ai caduti del mare.
Al ritorno, verso le ore 21.00, il vescovo di Rimini, Mons. Lambiasi, celebrerà la messa.
La festa si concluderà con uno spettacolo pirotecnico.


Quest'anno la Festa della Madonna “Stella Maris” si arricchisce di un nuovo evento:
venerdì 28 agosto, al porto di Cattolica, dalle ore 20.00 avrà luogo la SAGRA DEL PESCATORE.
Con il patrocinio dei comuni di Cattolica e Gabicce Mare ed il supporto della Cooperativa Casa del Pescatore, , i pescatori e gli allevatori offriranno a tutti una “rustida” di cozze, vongole e sarde.
Per l'occasione saranno preparate, cotte e servite nei piatti, 5 quintali di vongole, 7 quintali di cozze e 100 casse di sarde, accompagnate da 8000 bottiglie di verdicchio e dalla musica del folklore romagnolo suonata dall'orchestra Boomerang





Istituzione Culturale della Regina Comune di GabicceMare
Comune di Cattolica Assessorato allo Sport
Museo della Regina Associazione Vele d'Epoca



In collaborazione con:
Circolo Nautico Cattolica – Circolo Velico Gabicce – Nuova Marina di Cattolica


MARIEGOLA DELLE ROMAGNE
Tenza di Cattolica e Gabicce


REGATA DELLE VELE AL TERZO E DELLE BARCHE DA LAVORO

Sabato 29 agosto 2009 ore 15.00
nello specchio di mare tra il vecchio Fortino di Gabicce e il Parco
Le Navi di Cattolica



Per chi volesse assistere alla gara direttamente dal mare, sono a disposizione, presso i consueti punti di attracco sulla spiaggia, tutti i cutter di Cattolica e Gabicce Mare che porteranno gli spettatori al largo, immediatamente fuori dal campo di regata.
Costo: adulti € 6,00
bambini € 3,00




INFO: Tel 0541 966577 - 340 1055913 Mail Museo@cattolica.net


Istituzione Culturale della Regina Comune di GabicceMare
Comune di Cattolica Assessorato allo Sport
Museo della Regina Associazione Vele d'Epoca


In collaborazione con:
Circolo Nautico Cattolica – Circolo Velico Gabicce – Nuova Marina di Cattolica


MARIEGOLA DELLE ROMAGNE
Tenza di Cattolica e Gabicce

REGATA DELLE VELE AL TERZO E DELLE BARCHE DA LAVORO

Sabato 29 agosto 2009 ore 15.00
nello specchio di mare tra il vecchio Fortino di Gabicce e il Parco
Le Navi di Cattolica



Per chi volesse assistere alla gara direttamente dal mare, sono a disposizione, presso i consueti punti di attracco sulla spiaggia, tutti i cutter di Cattolica e Gabicce Mare che porteranno gli spettatori al largo, immediatamente fuori dal campo di regata.
Costo: adulti € 6,00
bambini € 3,00




INFO: Tel 0541 966577 - 340 1055913 Mail Museo@cattolica.net

giovedì 6 agosto 2009

"La Grande Rustida" a Cattolica



6 Agosto 2009 in Piazza I° Maggio alle ore 21:00

La grande festa della "Rustida" di pesce torna anche quest'anno il 6 Agosto dando appuntamento a tutti voi in Piazza I° Maggio alle ore 21:00.
Una tradizione che risale agli inizi del XIII° secolo quando i Malatesta di Gradara vollero ringraziare, con del ottimo vino, i pescatori di Cattolica per il pesce regalatogli. La festa divenne così un motivo di scambio fra i pescatori e agli abitanti dell'entroterra.

La sagra che ancora oggi si festeggia nasce dai cuori e dalle menti dei bagnini di Cattolica in omaggio a tutti gli ospiti.
Durante la manifestazione è di rito l'allestimento dei foconi per la cottura del prelibatissimo pesce azzurro rigorosamente fresco e preparato secondo i preziosi consigli culinari tramandati di generazione in generazione. Per tutta la serata verrà servito dell'ottimo vino di provenienza locale.
Un'allegra banda musicale folk inviterà i tanti a ballare e a godere di un' atmosfera di vera convivialità!

venerdì 20 febbraio 2009

Cattolica : aveva gli Hotel già prima di Cristo.Vocazione al turismo DOC.


Come abbiamo visto nei post precedenti, la particolare posizione di Cattolica,l'ultimo tratto di pianura padana,il dolce declinare delle dolci colline circostanti, delimita geograficamente un luogo adatto alla sosta ,al riposo, all'approdo sicuro e riparato.

Tutte queste peculiarità geografiche hanno avuto un risvolto fondamentale alla nascita e allo sviluppo storico di Cattolica sino ai nostri giorni, sono le stesse motivazioni che danno oggi a Cattolica quella unicità sulla Riviera Adriatica che si completa con la stupenda sceneggiatura che le dà il promontorio di Gabicce e tutto il Parco Naturale di S. Bartolo.La storia che a volte si unisce a leggende di una delle quali, l'esistenza di grotte sotto il territorio di Cattolica stessa, che mi ha sempre incuriosito, tanto che si dice che arrivino sino a Gradara.

Una esistenza documentata( un amico le ha viste personalmente) che però sfocia in tante diverse interpretazioni e leggende . Sicuro è che Cattolica da sempre è sinonimo di accoglienza,sicurezza.Le colline circostanti ci proteggono anche a livello meteorologico.Mio nonno un vecchio pescatore venuto a mancare circa 50 anni fà diceva appunto che Cattolica per le brezze della Valle del Conca e per l'orografia circostante, aveva un clima più fresco in estate e temperato in inverno, già differente dal clima di Misano o Riccione, per non parlare di quello della parte a Nord di Rimini. -"I vari ostacoli del viaggio presenti nel mondo antico portarono alla necessità di creare strutture attrezzate per l'ospitalità , per il rifornimento e il ristoro di uomini e animali. La mansio rappresentò il punto di partenza, attorno al quale si aggregarono costruzioni e attività artigianali che realizzarono piccoli borghi come nella antica Cattolica.
La mansio ( un hotel primitivo) era una stazione per la sosta e il pernottamento e si distanziava a circa 1 giorno di viaggio da un'altra mansio, circa 30 miglia, le mutatio invece erano luoghi di sosta rapida per il cambio dei cavalli ed situate spesso in aperta campagna tra le mutatio.
La mansio aveva sul retro uno spazio aperto, accessibile ai carri e agli animali con botteghe di fabbri ferrai.
A piano terra c'erano i locali della taberna, una vera osteria dove poter bere e mangiare;le camere, se la mansio ne era provvista, erano al piano superiore.
L' arredo era molto semplice; panche o sgabelli intorno ad un tavolo nell' osteria; un letto, un candelabro, un catino."

"Le indagini archeologiche condotte presso la Piazza del Mercato Ortofrutticolo hanno messo in Luce una serie di strutture di un insediamento romano che si trasformò nel corso di circa due secoli.
La parte più antica sembrava avere funzioni produttive: tale sistema comprendeva tre vasche con pavimenti a spina di pesce, due delle quali costruite all'interno e la terza invece probabilmente posta all' aperto.Un sistema di canalizzazioni collegato ad un pozzo assicurava il rifornimento idrico. La presenza delle vasche ha fatto ipotizzare officine che avessero bisogno di grandi quantitativi di acqua ma in assenza di altri indizi non possiamo capire di cosa si trattasse esattamente.
La ristrutturazione nel corso dell'età imperiale, tra la fine del I sec. d.C. e gli inizi del II, determinò un riassetto dei locali, la vasca con pavimento a spina di pesce venne riempita e chiusa, l'ambiente unico entro cui si trovava venne diviso in tre stanze; i piani dei pavimenti furono rialzati di almeno 50 cm. mentre il pozzo funzionò fino alla seconda metà del III secolo.
Il pozzo romanoIl pozzo fu costruito nella prima età imperiale, il diametro era di circa cm. 90 ed era rivestito di ciottoli di fiume, disposti in doppio cerchio; aveva sezione circolare per tutta la struttura interrata, e sezione quadrata nella parte fuori terra; era posizionato nell'angolo tra due muri.Terriccio, macerie, ossa di animali, frammenti ceramici, metalli, furono trovate al suo interno al momento delle scavo; furono trovaste tante brocche, tutte assegnabili al III sec.
Questo scavo ha consentito di chiarire qualche aspetto della storia antica di Cattolica: L'abbandono improvviso, nonostante fosse ancora funzionante, e le tracce di incendio rilevate negli scavi di Casa Filippini, potrebberoh far pensare ad una rapida fuga degli abitanti, come avvenne in altre località della Romagna in seguito ad alcune prime incursioni dei Barbari. ( i primi stranieri).
Gli scavi di Casa FilippiniLa complessa e limitata lettura dei resti ritrovati all'interno del cortile di Casa Filippini, ha fatto in modo di avere una modesta conoscenza della città in età romana. Il rinvenimento si limita ad una serie di strutture, attribuibili ad impianti produttivi e ad una residenza:Una piccola vasca in laterizio, rivestita da un intonaco impermeabilizzante, forse appartenente ad un sistema di torchiatura, per il vino o per l'olio; il cortile si trasformò in una seconda fase con la creazione di due o tre pilastri in uno spazio porticato; incerto l'uso di un ampio focolare, riferibile ad altre attività produttive. Negli interventi antichi, in una terza fase avvenne la chiusura del porticato con una ripartizione degli spazi in vani, una trasformazione in residenza.
Gli altri rinvenimentiNel 1968 in casa De Nicolò é stato scoperto un pavimento in mosaico monocromo fatto di tessere di pietra calcarea grigia; la vicinanza a casa Filippini potrebbe ipotizzare un collegamento. Alcune caratteristiche lasciano presumere che si trattasse di un abitato di tipo artigianale - produttivo.
Un altro rinvenimento nella casa Filippini-De Nicolò: intonaci parietali dipinti, di qualità pittorica discreta,ne testimoniano l'appartenenza ad una domus ricca e agiata..
Le tombeAttualmente il territorio é quello corrispondente ai comuni di Cattolica e di S.Giovanni in Marignano, oggetto di numerose segnalazioni di sepolture di età antica: inumazioni entro fossa o in cassoni in laterizio, o "alla cappuccina" isolate o ragruppate. Osservazioni che confermano un quadro di un popolamento agricolo organizzato su basi di tipo "centuriale", cui corrispondevano abitazioni di diversa grandezza disposte all'interno del podere o del fondo di appartenenza.
A Cattolica, non si conoscono per ora aree cimiteriali vere e proprie, anche se si ha notizia di una necropoli posta in un punto che poteva corrispondere alla via Flaminia; l'unica tomba di cui resta una testimonianza é quella reinvenuta nel 1926 "lungo i Bastioni" al cui interno vennero trovati: la cassa di legno contenente uno spillone e 11 monete di bronzo che andavano dall'era dell' imperatore Adria (119-138 d.C.) a quells di Giulia Mamea (222-235 d.C.), madre di Severo Alessandro. "
Bibliografia: Storia di Cattolica di M. CASTELVETRO e S. MEDAS, Soc. Editrice Il Ponte Vecchio Cesena

mercoledì 4 febbraio 2009

Cattolica qualche secolo dopo



Vetus litus archeologia della foceuna discarica di materiali ceramici del III secolo A.C. alla darsena di Cattolica lungo il Tavollo Cattolica Museo della Regina, Galleria Comunale S.Croce, Sala Lavatoio19 dicembre 2008 - 3 maggio 2009 via Pascoli, 21, 23 info:0541 966577-966603per prenotazioni e visite guidate museo@cattolica.netorario di apertura:Museo della Regina, Galleria S.Croce, Lavatoio:dal martedì al giovedì 9,00 alle 13,00dal venerdì alla domenica aperto 9,00 – 13.00 e 16,30- 19,00 chiuso il lunedìLa mostra VETUS LITUS archeologia della foce una discarica di materiali ceramici del III secolo A.C. alla darsena di Cattolica lungo il Tavollo.L'importante ritrovamento archeologico occasionato nel 2004 dai lavori di costruzione della nuova darsena di Cattolica ha consentito una nuova lettura del territorio medio adriatico nel corso del III secolo a.C. alla luce della straordinaria quantità di materiale ceramico rinvenuto. Stipata in un 'butto' cioè un'antica fossa con funzione di discarica scavata nell'argilla a fianco dell'argine del fiume Tavollo (che costituisce il confine naturale tra le due regioni, Marche e Romagna) l'eccezionale scoperta ha portato alla luce dopo uno scavo durato alcuni mesi una quantità notevolissima di anfore e frammenti di colli e anse, materiale fittile, oggetti da mensa e da cucina, materiale per edifici votivi di età romana, nell'ordine di centinaia e centinaia di casse di materiale archeologico.Le anfore, quasi tutte di tipo greco-italico, quantitativamente e qualitativamente risultano omogenee sotto l'aspetto morfologico e si vanno ad assommare ad altri preziosi e particolari reperti che la mostra svelerà.Le anfore sono soprattutto contenitori per il vino la cui produzione è spesso strettamente connessa ad una fiorente economia agricola. Testimoniano dunque di una dinamica commerciale che vede protagonista il piccolo e riparato scalo di Cattolica.

mercoledì 28 gennaio 2009

Cattolica (RN). Scoperta una stele daunia del VI secolo a.C.



A Cattolica, mescolata alla terra di riporto proveniente da un cantiere edile, è stata scoperta una stele che ha poco in comune con le vicine stele di Novilara, ed è invece di produzione daunia. Istoriata su entrambre le facce, una delle quali è per il momento assai poco leggibile, appartiene, come dice Maria Luisa Nava, al "terzo periodo" delle stele daunie, la cui datazione si colloca intorno alla metà del VI secolo a.C. A chi scrive si devono l'identificazione e la segnalazione (insieme a Maria Lucia de Nicolò) alle competenti autorità del prezioso manufatto. In attesa della sua pubblicazione da parte del soprintendente Luigi Malnati e dell'ispettrice Monica Miari, possiamo solo dire che si tratta di un reperto di eccezionale rilevanza per la storia dell'Adriatico in età arcaica, che difficilmente gli studiosi si sarebbero aspettati di rinvenire in un'area tanto distante dal Gargano. Va sì inquadrato nella prospettiva dei flussi di ceramica daunia in alto Adriatico; ma, mentre la ceramica è merca di scambio esportata da mercanti, la nostra stele, se di provenienza locale, ci induce a ipotizzare la presenza di un insediamento preromano (dauno-umbro? dauno-piceno? dauno-etrusco?), forse da porre in connessione con le sopravvivenze di memorie cultuali greche attestate presso il limitrofo promontorio di Focara. Il defunto, a cui la nostra stele si riferisce, è probabilmente un navarca, di cui si dovranno studiare ruolo e status sociale. Lo suggerisce l'iconografia della faccia leggibile della stele. Una o forse due grandi imbarcazioni affiancate, con la larga vela quadra e almeno nove uomini di equipaggio: i cinque seduti a poppa sono rivolti verso prua e presentano curiosamente capelli irti, contrariamente agli altri tre, seduti a prua e rivolti verso poppa; un quadrupede dalle lunghe corna arcuate, probabilmente un personaggio mitico, compare alla base dell'albero maestro. Le linee di definizione dello scafo sono piuttosto confuse, ma risultano ben percepibili sia la prua che la poppa dell'imbarcazione. La conformazione di quest'ultima, merita particolare attenzione per i quattro denti sporgenti, fra i quali scorre la lunga barra di un governale con terminazione a forma di grande pagaia. Si tratta di un timone centrale sollevabile "a calumo", con struttura analoga a quelli moderni e riscontrabile anche nella rappresentazione della stele di Novilara con scena di naumachia. Possiamo aggiungere che l'iconografia del nostro monumento riveste particolare interesse per la sua rarità: fra le oltre 1500 stele daunie a oggi note, si conoscono infatti solo raffigurazioni navali.

La Daunia è una subregione geografico-culturale della Puglia e coincide con la parte settentrionale della regione pugliese. Anticamente non era nè particolarmente legata alla civiltà greca e magnogreca, nè legata a quella campana, tanto da sviluppare una cultura peculiare, malgrado gli influssi delle regioni circostanti.Le stele daunie sono lastre scolpite tra l'VIII ed il VI secolo a.C. e sono state prevalentemente rinvenute nella piana a sud di Siponto, presso Manfredonia. I Dauni, a loro volta, sono una delle tribù illiriche degli Iapigi. Le stele sono a forma di lastra parallelepipeda, da cui sporge, superiormente, la testa. Le dimensioni variano tra i 40 ed i 130 centimetri di altezza e tra i 20 e gli 80 centimetri di larghezza. Il materiale in cui sono scolpite è, solitamente, il calcare del Gargano. Originariamente erano collocate verticalmente alla sommità del tumulo che copriva la tomba. Di solito sulla stele venivano raffigurati o i guerrieri o degli ornamenti. Raramente le lastre recano incise figure femminili. I guerrieri presentavano sul petto un cardiophylax (protezione della parte superiore del petto) rettangolare, al quale è appesa una spada custodita nel fodero e disposta trasversalmente, con l'elsa verso destra. Le braccia del defunto sono sempre strette al petto ma prive di ornamenti.Le scene figurate sono rese con incisioni più sottili. Vengono incise scene di funerali, con processioni di portatrici di offerte accompagnate da suonatori di lira, ma si ritrovano - come per la stele di Cattolica - anche rappresentazioni di attività quotidiane come la pesca, la navigazione, la caccia (raramente) sia a cavallo che con la lancia